
Dal “Fer Agosto” romano ar Ferragosto!
Come nasce la festa del Ferragosto e quale il piatto simbolo di questa festa in Italia


Da Augusto imperatore alla festa dell’Assunta, per concludere in bellezza col pollo ai peperoni.
Ci troviamo nell’antica Roma, quella imperiale, al tempo di Augusto imperatore, siamo circa nel 18 a.C., la Roma lavoratrice, quella agricola, quella che lavorava per davvero, quella stanca delle passate guerre e dell’anno di semina e raccolti.
Ed è in questa Roma che il saggio imperatore, istituì le Feriae Augusti, il riposo di Augusto, quello che oggi con un po’ di passaggi temporali e linguistici si è tramutato in Ferragosto, un’unica parola ne unisce due con la doppia erre, ma sempre con lo stesso significato: giorno di festa e riposo!
E così il 1° agosto divenne la festa di tutto l’Impero. Questa nuova festa prendeva spunto dai Consualia, che erano i giorni di giochi e di riposo al termine dei lavori agricoli, dedicati a Conso, dio della terra e delle fertilità. Augusto, come ogni buon politico si autopromosse, dando al popolo ciò di cui aveva bisogno: feste, giochi e pace!
In tutto l’Impero si organizzavano corse di animali: cavalli, buoi, animali da tiro…
Pare che il Palio di Siena dell’Assunto abbia le sue radici in queste feste.
In occasione delle Feriae Augusti (Ferragosto) i lavoratori porgevano gli auguri ai padroni, i quali in cambio davano loro una buona mancia. Questo uso si mantenne nel tempo fino addirittura a divenire istituzionalizzato. Fu infatti in epoca rinascimentale che nello Stato Pontificio divenne obbligatorio.
Poi la Chiesa cattolica spostò la festa dal 1° Agosto al 15, la fece coincidere col dogma dell’Assunzione di Maria Vergine in Cielo.
Quale il filo conduttore del Ferragosto nel tempo?
Senza dubbio alcuno posso rispondere il cibo! Simbolo di festa e condivisione, gioia e benessere del corpo e dell’anima.
Nell’antica Roma festeggiavano mangiando cibi tipici come il Pultem con gli asparagi e una spolverata di cannella, una sorta di polenta di farro con gli asparagi, che erano, insieme al cavolo una delle verdure più amate dagli antichi romani.
Oggi a Roma nun po’ mancà “er pollo co’ peperoni”, simbolo della Roma de la Sora Lella, che rappresenta la Roma quella verace, quella delle gite fuori porta, quella de “annamo e magnamo che se’ fatta ‘na certa…, butto giù du’ spaghi che intanto er pollo se coce co ‘sti du’ peperoni dell’orto de nonna, piano piano e che ce vo’?!”
Il pollo con i peperoni, è una ricetta delle nonne, semplice, gustosa e che ancora oggi non può mancare nella tavola del Ferragosto romano, anche se lo si trascorre al mare, si improvvisa una ciotola dagli alti bordi, il pollo dentro e in spiaggia tutti insieme rinnoviamo la tradizione. O lo possiamo adagiare su più moderne ed internazionali tapas, o farne spiedini di finger food, sempre pollo con i peperoni della nonna stiamo assaporando.
Ad ogni boccone rammento la volta che nonna mi ha insegnato a cucinarlo, con la semplicità e la forza dell’amore e che oggi più che il gusto, indiscusso di questa pietanza, rinnova il clima e l’atmosfera che il pollo con i peperoni creava in famiglia, e poi … quanti gavettoni!
Momenti felici e “bagnati”, giornate indimenticabili!


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